• FABBRO parle du MCA dans la presse transalpine

    Ingresso in campo della squadra Mouloudia Club di Algeri
    con l’allenatore Enrico Fabbro.

     

     

    La Coppa di Algeria è tricolore
    di Enrico Fabbro


     

    Adicembre stavo per imbarcarmiin una situazione difficile in C1 con una squadra che aveva perso quattro gare di seguito. Avevo già parlato con il Presidente e avevamo trovato l’accordo su tutto: come intervenire sul mercato di gennaio, obiettivi stagionali, valorizzazione dei giovani della Berretti e compenso economico. Lascio lo stadio e ci diamo appuntamento per il mercoledì. Salgo in macchina contento di poter iniziare una nuova avventura, anche se abbastanza difficile e mentre pensavo … arriva una telefonata che stavo aspettando da qualche tempo, alla quale però ormai non speravo più. Il Direttivo del Mouloudia Club d’Algeri (MCA) aveva valutato i curriculum disponibili per nominare il nuovo allenatore della squadra che partecipa al campionato di serie A e la scelta era ricaduta su di me. Avevo vinto la concorrenza di allenatori francesi e portoghesi e questo per me era già motivo di orgoglio. Il problema che si poneva era però preparare la mia famiglia a sette mesi di assenza “fisica” da casa. Ho studiato il problema e adottando una buona “tattica”, puntando sul senso di squadra, ho convinto tutti e 36 ore dopo ero in aereo sul volo Roma-Algeri.
    In quelle due ore scarse di volo ho pensato veramente di essere un incosciente avventuriero. Mollare la famiglia per sette mesi, andare in un paese e in un calcio che non conoscevo, con una comunicazione affidata inizialmente ad un interprete.

    Ma mi ero convinto che era un’esperienza che andava comunque provata e che mi avrebbe arricchito come uomo e come allenatore.
    La prima cosa che chiedo ai dirigenti quando arrivo ad Algeri è quella di vedere lo stadio. La fotocopia del San Paolo di Napoli. Mi informo su quanti spettatori di solito seguono la squadra: in un match normale 30-40.000, mi rispondono, e in partite importanti si superano i 70.000. I dirigenti notano la mia perplessità e mi rassicurano di aver capito bene le cifre. Il Mouloudia è la squadra più popolare d’Algeria e può contare su un bacino di circa 7.000.000 di tifosi.
    La seconda cosa che chiedo è quella d’incontrare la squadra e dopo poche parole iniziamo subito a lavorare sul campo. Due giorni di lavoro e la prima partita di campionato. Con la fortuna che accompagna di solito gli esordienti vinco la mia prima gara di serie A per 3-0. Niente male per iniziare. I mesi si succedono e i risultati che arrivano mi portano a 4 punti dalla prima. L’entusiasmo sale alle stelle.

    La Fiorentina: dopo poco più di un mese arriva la Fiorentina di Cesare Prandelli per una gara amichevole che in Algeria chiamano Match di Gala. È veramente la festa del calcio algerino. Davanti a uno stadio gremito, presente l’ambasciatore italiano, membri del governo algerino, il presidente della FAF (Federcalcio Algerina), le due squadre danno vita ad una gara molto intensa. Il Mouloudia, sicuramente favorito dal fatto che la Fiorentina era reduce da un periodo di preparazione a Marbella, quindi un po’ stanca, riesce a fare una buona gara. Addirittura passa in vantaggio e viene raggiunta dalla squadra viola solo al 93’. Il gol del pareggio di Reginaldo viene accolto con un’ovazione così come il successivo triplice fischio dell’arbitro internazionale tunisino. Tutti erano contenti di aver assistito ad una gara ricca di contenuti tecnici con i beniamini locali che se la sono giocata fino alla fine con Luca Toni e compagni.

    La Coppa d’Africa: non mi sono fatto mancare nulla, anche l’esordio in una competizione internazionale nella CAF (Coppa d’Africa), una sorta di Coppa delle Coppe. Il sorteggio ci porta a giocare in Nigeria, per l’esattezza a Kwara, città a circa 300 Km da Lagos. In quel paese ho visto cose che non immaginavo potessero realmente esistere e che sicuramente ti fanno apprezzare quello che hai lasciato in Italia. La Nigeria è un paese ricchissimo, ma i suoi abitanti sono poveri, molto poveri.

    Ma parliamo della partita giocata alle 15.00 ad una temperatura di 44 gradi, davanti a 40.000 persone che per tutta la partita con canti folkloristici hanno incoraggiato i propri giocatori. Per dare un’idea, è come se in un nostro stadio pieno all’inverosimile, il bus della squadra arrivasse nel centro del campo di giuoco con i giocatori che cantano, ballano, si abbracciano, pregano, s’inginocchiano sulla linea che delimita l’area di rigore.

    Altri fanno segni strani nelle porte. Insomma, un rituale che dura più di un’ora e che fa salire, ammesso che ce ne fosse bisogno, la “temperatura” del tifo. La gara si gioca in una bolgia infernale dove la mia squadra sembra paralizzata e gli altri volare. Merito solo dei riti pre-gara?

    Il calcio in Algeria: ritornando alla questione che più mi ha coinvolto posso affermare che il calciatore algerino medio è un giocatore tecnicamente molto dotato. Il calciatore algerino è però tatticamente poco rigoroso nell’applicazione delle consegne. Spesso si lascia prendere dall’impeto della gara e smette di pensare in senso tattico. C’è molto da lavorare sotto questo aspetto. Io ho avuto la fortuna di lavorare insieme a Roche, un preparatore atletico francese esperto, che ha operato anche nella serie A francese con il Saint-Etienne e il Lione. Insieme, in questi mesi di lavoro comune, abbiamo dato una stabilità e una metodicità al lavoro, così come deve essere nel calcio moderno. All’inizio con i calciatori abbiamo un po’ faticato, ma poi siamo arrivati lì dove volevamo.
    Ogni club di serie A e B è obbligato ad avere un Settore Giovanile sulla falsariga delle categorie presenti in Europa. Ho visto qualche partita delle categorie Allievi e Primavera e ho potuto notare come ci fossero dei giocatori molto capaci sotto il profilo tecnico, ma di una modestissima conoscenza e conseguente applicazione tattica individuale.
    Questo paese ha capito che per migliorare il proprio calcio ha bisogno di lavorare molto. Al proposito ha iniziato un processo di formazione nazionale sui tecnici che operano a livello giovanile e che seguono un programma concordato con la Confederazione Africana e con la FIFA. Tutti i tecnici del settore giovanile vengono da una sorta di Liceo dello Sport che offre una formazione interdisciplinare di sport individuali e di squadra. Al conseguimento della licenza liceale le Federazioni Sportive prendono in carico i tecnici che vogliono operare nelle diverse discipline per una specializzazione specifica. Il calcio in Algeria è lo sport più popolare e per questo motivo ogni evento è mediatizzato così come lo è nel nostro Paese. Due sono i giornali nazionali che seguono il calcio (“Le Buteur” e “Compétition”), così come è notevole lo spazio dedicato da radio e televisione. Il calcio italiano è considerato da tutti gli algerini il miglior calcio del mondo. Conoscono tutto del nostro massimo campionato: squadre, nomi di giocatori, nomi di allenatori, risultati, classifiche. Ricordano a memoria gare lontane ormai 20 anni, in alcuni casi anche le formazioni scese in campo. Questo aspetto fa pensare a quanto il nostro Paese sia conosciuto ed apprezzato nel mondo anche grazie al calcio. Come primo allenatore professionista in Algeria ho sentito sulla pelle la responsabilità di rappresentare la scuola di calcio Campione del Mondo. L’ho fatto con molta umiltà, mettendo a disposizione la mia esperienza e la mia cultura in un mondo che vede l’Italia del calcio come qualcosa vicina alla perfezione.
    Ho voluto raccontare questa esperienza perché a volte nella nostra attività capitano delle opportunità che ritieni impensabili. A me è capitata e sono contento perché sto vivendo per la prima volta un’esperienza con una squadra di serie A, per la prima volta ho partecipato ad una competizione internazionale FIFA. E poi ho avuto la fortuna di conoscere una cultura, una religione e delle tradizioni lontane da quelle del nostro Paese. Cari colleghi, mai disperare che non arrivi l’occasione; bisogna avere solo la costanza di cercarla e il coraggio di affrontarla.

    Ho vinto la Coppa d’Algeria… Pensavo di aver scritto tutto ma… colpo di scena!!!, mentre lavoravo alla chiusura dell’articolo… vincevo la finale di Coppa d’Algeria. Una situazione per me impensabile all’inizio di questa esperienza lontano da casa. Alla presenza di 80.000 spettatori ed al Presidente della Repubblica Algerina, la mia squadra ha battuto l’USMA per 1-0 aggiudicandosi così l’ambito trofeo. Una soddisfazione immensa per me e per la mia formazione. Confesso di aver provato una gioia smisurata a rappresentare da allenatore italiano, vincente al primo tentativo, il nostro calcio Campione del Mondo.
    (*) Enrico Fabbro - Allenatore professionista di 2a categoria Diploma “A” U.E.F.A

    Source http://www.assoallenatori.it/aiacweb.nsf/WebviewAllenatorebyNumero/bfaf86a791d351a5c125737600434832

    « Le MCA en compétition maghrébineAmical: MCA-NAHD 1-3 le 18.10.2007 »

  • Commentaires

    Aucun commentaire pour le moment

    Suivre le flux RSS des commentaires


    Ajouter un commentaire

    Nom / Pseudo :

    E-mail (facultatif) :

    Site Web (facultatif) :

    Commentaire :